Dal tartufo alla pizza, ora gli Nft si possono anche assaggiare

 

 

«Sottotraccia c’e un filone partito con gli hype 2021 e che sta sempre più sviluppandosi nel tentativo di capire come la tecnologia blockchain possa essere utilizzata per valorizzare alcune attività, perché alle aziende non importa fare un prodotto speculativo, interessa portare valore ai propri clienti», commenta Giorgio D’Amore, ceo di Smiling e precursore degli Nft nel Food&Beverage in Italia.
«Per ora abbiamo visto 3 filoni – continua – un filone di marketing, che utilizza gli Nft come strumento di valore al posto di premi fisici per amplificare la percezione visiva dell’società; un secondo trend, che punta sulla fidelizzazione del cliente; un 3º filone, alla fine, definibile di product marketing, che lavora sulla certificazione delle caratteristiche di prodotto attraverso la blockchain e che in questo caso diventa un vero e proprio certificato di qualità».

“Il capitale decentralizzato”: una bussola per orientarsi nei nuovi mondi virtuali

 

Fidelizzazione per i supermercati

Smiling ha gestito ultimamente l’esordio negli Nft di Bennet, progetto di loyalty basato su tecnologia blockchain e Non Fungible Tokens. «L’impresa – spiega D’Amore – si e dimostrata coraggiosa, perché ha deciso di puntare sui clienti di domani».
«La risposta del pubblico e stata incoraggiante – fanno sapere da Bennet, leader nel mercato degli ipermercati e dei centri commerciali con sedi in tutto il Nord Italia –. Abbiamo investito in questo progetto per sperimentare, ma siamo curiosi di entrare nel futuro insieme ai nostri clienti e molto motivati nell’aggiungere una nuova tappa al nostro percorso di sviluppo».

Nft di Bennet

Anche Gruppo VéGé ha deciso di celebrare l’inserimento del marchio nel Registro speciale dei marchi storici di interesse nazionale realizzando il suo 1º Non Fungible Token. L’Nft – dal titolo “L’Italia faceva la spesa, Gruppo VéGé faceva la storia” – e disponibile in 99 esemplari sulla piattaforma OpenSea, punto principale del comparto.
«Sono una opera d’arte digitale – commenta la ditta, oltre 3.800 punti di vendita dislocati su tutto il territorio nazionale – con cui continuiamo a muoverci sulla scia della continua ricerca di sperimentazione e innovazione».

Nft di Vègè

Sull’arte ha puntato anche Mc Donald’s in occasione del lancio dell’ultimo panino, a Milano, il passato marzo. 3 opere digitali, realizzate da 3 crescenti, convertite in altrettanti Nft e riprodotti in 100 copie ciascuno, cedute al pubblico tramite estrazione finale. Un successo.

Marketing, fidelizzazione, product manager: c’e poi una frontiera tutta nuova, la più dirompente. e quella che D’Amore definisce “dal metaverso al prodotto” e che paragona a una specie di microchirurgia digitale, non invasiva, ma in grado di fornire una conoscenza capillare. «Queste nuove tecnologie – dice – possono aiutarci a ripensare il mondo fisico e questo rappresenta l’aspetto più interessante per le imprese». E nel futuro di Smiling cosa c’e? «Si sta lavorando su un sistema di certificazione di vini da collezione: un progetto molto bello dove l’Nft fungerà sia da certificato di proprietà, che di conservazione», conclude D’Amore.

 

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