Ora gli NFT si possono anche assaggiare – intervista a Giorgio D’Amore Smiling

Dal tartufo alla pizza: ora gli NFT si possono anche assaggiare

Smiling Il Sole 24 oreSempre più aziende del food&beverage utilizzano i Non Fungible Token per far sbarcare i propri prodotti nel metaverso e fidelizzare la clientela

Fiutate le potenzialità, anche i piccoli si sono messi in moto, con i primi casi in Italia: gli Eatable Token lanciati dalla innovation company Smiling per Italiaregina, shop online verticale di eccellenze agroalimentari italiane vendute in Usa e Regno Unito; il museo del metaverso alimentare di Loft Italy, prima galleria d’arte dedicata alle Dop. O il caso particolarissimo di Persea, azienda agricola specializzata in avocado biologico e sostenibile. Qui la caratteristica è che i benefici ambientali derivanti dalla produzione sono trasformati in crediti di sostenibilità tokenizzati tramite tecnologia blockchain, acquistabili dalle aziende che vogliano investire in progetti di corporate social responsability.

«Sottotraccia c’è un filone partito con gli hype 2021 e che sta sempre più sviluppandosi nel tentativo di capire come la tecnologia blockchain possa essere utilizzata per valorizzare alcune attività, perché alle aziende non importa fare un prodotto speculativo, interessa portare valore ai propri clienti», commenta Giorgio D’Amore, ceo di Smiling e pioniere degli Nft nel Food&Beverage in Italia.
«Per ora abbiamo visto tre filoni – prosegue – un filone di marketing, che utilizza gli Nft come strumento di valore al posto di premi fisici per amplificare la visibilità dell’azienda; un secondo trend, che punta sulla fidelizzazione del cliente; un terzo filone, infine, definibile di product marketing, che lavora sulla certificazione delle caratteristiche di prodotto mediante la blockchain e che in questo caso diventa un vero e proprio certificato di qualità».

 

 

 

Fidelizzazione per i supermercati

Smiling ha gestito recentemente il debutto negli Nft di Bennet, progetto di loyalty basato su tecnologia blockchain e Non Fungible Tokens. «L’azienda – spiega D’Amore – si è dimostrata coraggiosa, perché ha deciso di puntare sui clienti di domani».
«La risposta del pubblico è stata incoraggiante – fanno sapere da Bennet, leader nel mercato degli ipermercati e dei centri commerciali con sedi in tutto il Nord Italia –. Abbiamo investito in questo progetto per sperimentare, ma siamo curiosi di entrare nel futuro insieme ai nostri clienti e molto motivati nell’aggiungere una nuova tappa al nostro percorso di sviluppo».

Sull’arte ha puntato anche Mc Donald’s in occasione del lancio dell’ultimo panino, a Milano, lo scorso marzo. Tre opere digitali, realizzate da tre emergenti, convertite in altrettanti Nft e riprodotti in cento copie ciascuno, cedute al pubblico tramite estrazione finale. Un successo.

Marketing, fidelizzazione, product manager: c’è poi una frontiera tutta nuova, la più dirompente. È quella che D’Amore definisce “dal metaverso al prodotto” e che paragona a una sorta di microchirurgia digitale, non invasiva, ma in grado di fornire una conoscenza capillare. «Queste nuove tecnologie – dice – possono aiutarci a ripensare il mondo fisico e questo rappresenta l’aspetto più interessante per le aziende». E nel futuro di Smiling cosa c’è? «Stiamo lavorando su un sistema di certificazione di vini da collezione: un progetto molto bello in cui l’Nft fungerà sia da certificato di proprietà, che di conservazione», conclude D’Amore.

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N.B: le citazioni sono tratte dall’articolo pubblicato da IlSole24 ore